sabato 15 giugno 2024

TECNICHE ANTIMOBBING

 

      di Flavio Lappo, disegno a matita

    

   Mobbing deriva dal verbo inglese to mob che vuol dire assalire, aggredire, assediare e venne usato inizialmente nel 1992 (fonte Zingarelli) , nell’ambito dell’ etologia. Il mobbing è un comportamento aggressivo e vessatorio nell’ambiente di lavoro nei confronti sia di dipendenti che di colleghi al fine di screditarli, isolarli, dequalificarli. Si distinguono due tipi di mobbing, “orizzontale”, che avviene tra colleghi di grado più o meno uguale e  “verticale”, detto anche “bossing”, che viene agito dai propri superiori. In entrambe le situazioni, lo scopo finale è spesso quello di  isolare e costringere la vittima all’autolicenziamento.

  Il mobbing può assumere varie forme, si va dall’attaccare direttamente la propria vittima alla diffusione anonima di notizie false e tendenziose che mirano a screditarla. Le aggressioni possono essere sia fisiche che psicologiche, ma in ogni caso deleterie. Anche le molestie sessuali rientrano in questo ambito poiché spesso queste vengono agite da certi datori di lavoro con la promessa di avanzamenti di carriera, di svolgere mansioni migliori o semplicemente di avere qualche piccolo vantaggio rispetto agli altri dipendenti. Spesso le richieste sessuali sono omologabili a vere e proprie forme di ricatto, in quanto il non aderirvi significa rendersi la vita difficile. Questo genere di  atteggiamenti  fa sì che le persone prese di mira accusino dei malesseri sia nella sfera fisica che psichica.

   Il modo migliore per ovviare gli effetti del mobbing è quello di prevenirlo in quanto una volta instauratosi è più difficile riuscire ad arginare e a debellare i suoi effetti.

Alla base del mobbing c’è la vigliaccheria: la vittima è sempre una persona fisicamente e/o psicologicamente più debole del suo aggressore il quale è spesso un individuo che, forte della sua posizione gerarchica all’interno dell’azienda, ne approfitta per trarne vantaggi a discapito di altre persone. Però non tutte le potenziali vittime diventano vittime, c’è quindi qualche elemento predisponente che fa optare l’aggressore per l’una o per l’altra.

   Come abbiamo detto all’inizio, il termine mobbing è stato introdotto per primo in etologia, ed è proprio dal regno degli animali che voglio trarre un esempio. Un branco di gazzelle è composto da tanti individui che potenzialmente possono essere tutte vittime del ghepardo, eppure solo una lo diventerà. Perché? Alcuni diranno, per esempio, che il ghepardo ne può catturare una sola, ma allora replico, perché proprio quella? Ebbene i motivi sono diversi, ma uno sopratutti è che “quella gazzella” è la gazzella che ha maggiori probabilità di essere uccisa. Analizziamo un po’ le caratteristiche della gazzella predestinata:

 1) La  posizione all’interno del branco è importante in quanto più è isolata dagli altri e più è facile  raggiungerla; difficilmente il felino sceglie la sua vittima fra quelle maggiormente all’interno del branco, sceglie sempre quelle un po’ distaccate.  

2) Possibili handicap come malattie, gravidanza, vecchiaia, essere cuccioli, in pratica tutto ciò che rende, anche momentaneamente, più vulnerabili. Ricordiamo che uno dei momenti più favorevoli alle aggressioni anche per i capi più forti, è proprio quello dell’abbeveraggio. Anche abbeverarsi si può rivelare un pericoloso handicap , anche se momentaneo. 

3) La presenza di altri predatori o animali più forti non amici. Ossia la presenza di qualcuno che può costituire pericolo per l’aggressore.

 

   Nella vita sociale degli umani, il pericolo maggiore viene dal suo simile, homo homini lupus, bisognerà quindi fare anche altre considerazioni di ordine antropologico-sociale; per il momento, in linea generale le caratteristiche individuate per la gazzella, possono essere adattate molto bene anche a quelle delle vittime del mobbing.

E’ necessario quindi non essere mai isolati dal resto dell’ufficio, evitare quindi postazioni isolate e cercare, nel limite del possibile, di avere sempre qualcuno vicino, un testimone è pur sempre un testimone. Ricordarsi sempre che l’handicap può essere anche solo momentaneo. Avere un debito può già rappresentare una situazione che predispone al mobbing mentre avere, non necessariamente nell’ambiente di lavoro, una persona amica influente è un buon deterrente nei confronti del mobbing.

   L’aggressore si comporta un po’ come il predatore, sceglie le sue vittime con cura perché non ama fallimenti. L’aggressore uomo ha dalla sua parte il ”vantaggio” di essere “uomo”, il predatore più pericoloso che esista, perché oltre ad una intelligenza più efficace, aggredisce anche per il solo gusto di fare del male o di farsi bello di fronte agli altri

Abbiamo quindi visto che il potenziale aggressore non aggredisce mai se la certezza di vincere non è molto alta, di conseguenza dobbiamo, per non essere vittime del mobbing, avviare procedure che mantengano alto il margine di sconfitta dell’aggressore.

Sicuramente una forte autostima accompagnata dalla conoscenza dei propri diritti è già sufficiente a scoraggiare un potenziale aggressore.

Come anticipato, la posizione all’interno dell’ambito lavorativo riveste un ruolo di notevole importanza, ma per posizione non dobbiamo intendere solamente quella relativa al luogo, bensì, più ampiamente, a tutto ciò che può ricondurre all’accezione di “posizione”, ossia, finanziaria,  politica, sessuale, sociale, culturale.

Cosa vuol dire ciò? Vuol dire che oltre alla posizione “topica”, occorre anche prendere in considerazione quella “allargata”, in quanto ogni elemento relativo allo status può favorire o meno l’instaurarsi di una situazione di mobbing.   

Fare attenzione anche a ciò che può provocare invidia e gelosia in quanto anch’esse possono essere causa di mobbing nella forma della calunnia.

Quanto segue prenderà in considerazione le posizioni in cui la diversità è data dalle singole condotte del soggetto.

1) Finanziaria. Non fare debiti se non si è più che sicuri di onorarli; il bisogno di denaro conduce a compromessi  e ad una perdita di autostima che predispone a diventare vittima del mobbing. Quindi se proprio dovesse accadere di navigare in cattive acque evitare di confidarsi con i colleghi di lavoro, a volte il pericolo si nasconde dove meno ce lo aspettiamo.  E’ bene che gli altri pensino che non abbiamo problemi di nessun genere, tantomeno finanziari.

2) Politica. “Il voto è segreto” Un motivo per cui questa massima è stata coniata è dovuta al fatto che la nostra ideologia politica, a volte, può essere usata contro di noi. A meno di non essere degli attivisti politici, è sempre bene mantenere segreto il simbolo sul quale apponiamo la nostra preferenza.

3) Sessuale. La nostra vita privata proprio perché privata, non deve essere di dominio pubblico, tantomeno dell’ambiente in cui lavoriamo. Se poi le nostre preferenze e abitudini sessuali si discostano dalla norma, allora è d’obbligo che esse rimangano assolutamente sconosciute a tutti i colleghi di lavoro. Certe leggerezze in questo campo possono venire pagate a caro prezzo e diventare causa di ricatti e di abusi. In questi casi la regola numero uno è sempre quella  della massima discrezione; quello che facciamo al di fuori dell’ambito lavorativo non deve importare a nessun altro al di fuori di noi.

4) Sociale.  A volte si può essere oggetto di maltrattamenti ingiustificati anche per il fatto che, non potendoci licenziare, fanno in modo che siamo noi stessi ad andarcene. Anche in questo caso, la conoscenza dei nostri diritti può molto aiutarci ad evitare soprusi ed angherie; comunicare le violazioni agli Uffici del Lavoro preposti a questo genere di comportamenti spesso è sufficiente a scoraggiare atteggiamenti di mobbing.

5) Culturale. Nonostante si dica che siamo  in pieno periodo di tolleranza religiosa, in realtà non è proprio così. Le differenze religiose, nonostante gli attuali sforzi della Chiesa Cattolica volti alla pacifica convivenza dei vari Credi, sono sempre la causa prima di dissidi fra i popoli. Consiglio quindi ai professanti Credi diversi da quello maggioritario, di astenersi, nei luoghi di lavoro, da pratiche religiose che possano dare adito a critiche e diventare così causa di mobbing.

Un ‘altra causa del mobbing è dovuta alle diversità che possono assumere le forme più svariate ed investire ogni aspetto della persona.

In quanto alle differenze razziali ve ne sono alcune che per la loro evidenza non possono essere celate, di conseguenza il comportamento migliore da adottare per evitare persecuzioni, è ancora quello di tenersi sempre bene informati sui propri diritti ed inoltre è sempre conveniente riuscire a diventare amici di qualcuno che abbia una certa voce in capitolo nell’ambito lavorativo.

Se le condizioni nell’ambiente di lavoro dovessero poi diventare veramente insostenibili, si può, avendo cura di raccogliere il maggior numero di prove, intraprendere un’azione legale. Non commettere però l’errore, una volta vinta la causa, di rimanere in quel posto di lavoro: le conseguenze potrebbero essere insostenibili. In questi casi la cosa migliore da fare è quella di consultare un legale del lavoro (ve ne sono anche di gratuiti) e valutare la strategia migliore da adottare. 

Max Bonfanti, filosofo analista