Da qualche anno ormai viene utilizzato lo strumento del
Tirocinio per aiutare i giovani e i soggetti delle categorie fragili a trovare
od a rientrare nel mondo del lavoro. Un tempo si chiamava periodo di prova o
apprendistato.
Così, diversi centri o uffici sono nati per promuovere
l’occupazione ovvero contribuire al miglioramento delle condizioni economiche e
sociali, e per favorire, si dice, l’incontro fra chi cerca e chi offre lavoro.
Ma è davvero così?
Numerose testimonianze ci narrano invece, sovente, di tirocini
di formazione volti all’acquisizione di competenze specifiche e di tirocini di
formazione volti all’ assunzione come un qualcosa di ingannevole e illusorio, i
quali si trasformano in estenuanti percorsi che non portano a nulla di concreto
per il giovane od il lavoratore in cerca di lavoro. Non solo le persone non
vengono realmente aiutate a concretizzare il progetto con cui vengono reclutate
e illuse, ma anzi il più delle volte, vengono addirittura utilizzate, più che
altro, come risorse sottopagate ( sono
previsti infatti 500 euro in media al mese come rimborso spese ) da gestire a
piacimento tra le varie aziende che partecipano ai progetti , presso le quali, con
la scusa del tirocinio rinnovabile, vanno in realtà a rimpiazzare posti
momentaneamente vacanti o a rinforzare reparti sotto staff.
Per quanto sia stato più volte segnalato l’utilizzo
fraudolento del tirocinio ancora non vi è una normativa specifica o sufficiente
a vera tutela dello studente o del
lavoratore che si trova così a percorrere un sentiero difficile e pieno di
insidie dove, non solo non viene adeguatamente formato e valorizzato secondo i
progetti proposti in fase di reclutamento, ma piuttosto appiattito su posizioni
anche di basso profilo al solo scopo di soddisfare le esigenze momentanee dell’azienda
o del soggetto ospitante tali da
sentirsi talvolta anche ricattati a dover accettare pur di non essere esclusi e
avere così un minimo anche non garantito per sopravvivere.
G.B iscritta alle liste di collocamento mirato legge 68/99
del centro per l’impiego di una grande città del Nord si affida così speranzosa
all’ufficio di mediazione lavoro del Comune d residenza. A seguito di vicende personali si trova ad
oltre 50 anni a dover cercare con urgenza un lavoro e a distanza di qualche
anno dall’ultimo lavoro svolto che aveva lasciato per seguire i figli piccoli.
Dopo una serie di colloqui dove viene stilato, tra l’altro, anche un nuovo curriculum
vitae in maniera professionale, la informano di un percorso di tirocinio ad hoc
perché possa trovare quanto prima la sua collocazione definitiva nel mondo del
lavoro.
Invitata ad un primo colloquio presso un’azienda scopre
nello stesso momento che il primo tirocinio è solo formativo in una posizione
ovviamente inferiore alle competenze acquisite nella sua carriera professionale
precedente. Vista la necessità non può che accettare di buon grado. Terminato
il periodo formativo di tre mesi con riscontro positivo, apprende che l’azienda
non fa assunzioni di alcun genere e vorrebbe giusto prorogare il tirocinio
perché ha occorrenza di personale. L’ufficio preposto non autorizza la proroga
del tirocinio ma le propone invece un nuovo tirocinio questa volta promettono a
scopo assuntivo. Tutto bene se non fosse che passano oltre 5 mesi in attesa del
nuovo colloquio e tirocinio che doveva essere invece imminente. Finalmente un
giorno arriva il benedetto colloquio per il tirocinio da avviare a scopo
assuntivo presso un’azienda disponibile, sempre di tre mesi ovviamente, in una
posizione inferiore alle competenze precedenti o maturate, più un mese per la
documentazione necessaria per formalizzare l’assunzione, le viene comunicato
dalla responsabile. In caso di riscontro positivo seguirà dunque l’assunzione. G.B.
si rincuora e seppur stremata dopo un anno di attese e promesse procede
fiduciosa. Ma è andata davvero così? Vi chiederete curiosi.
Il riscontro positivo c’è anche questa volta ma il tirocinio
viene inaspettatamente prolungato di altri tre mesi con motivazioni di
procedure varie e scuse che offenderebbero l’intelligenza di chiunque.
Perché dovrebbero assumere se possono avere un lavoratore a
disposizione a circa 4 euro l’ora si domanda adesso sconfortata G.B. Forse
stanno aspettando la decisione di rientro o meno di un dipendente dello stesso
reparto per decidere se procedere all’ assunzione? Stava forse sostituendo un
altro dipendente in malattia a sua insaputa? Può forse chiedere garanzie circa
l’assunzione prospettata e i tempi previsti? O deve sottostare ad ogni proroga non
concordata in precedenza in attesa che la sorte sia dalla sua parte?
Il riscontro è positivo e l’assunzione garantita, le
assicurano, ma nel frattempo passano altri due mesi : “ E sa...non dipende da noi…sono i
tempi burocratici .. capita anche agli altri “.
Le percentuali di assunzione secondo i dati ufficiale della
Regione parlano però chiaro e sono davvero molto basse.
“Se le va è così altrimenti ci faccia sapere…” avanti forse un
altro povero illuso studente o lavoratore?
Ma forse è meglio domandarci se occorrono più Santi in
Paradiso, augurandoci che G.B. ne abbia trovati e sia stata nel frattempo
assunta veramente con contratto indeterminato, perché il lavoro torni ad essere
un diritto garantito in una società civile e non una forma ben architettata di
sfruttamento o una semplice chimera. (tutti i diritti riservati@)
Antonella Massa, poetessa e scrittrice
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