Partirà dal Teatro Manzoni di Milano, il nuovo spettacolo di Gianfranco Jannuzzo. E’ Fata Morgana che dal 14 al 26 ottobre 2025 comincerà a percorrere l’Italia teatrale in lungo e in largo, calcando i più importanti palcoscenici. Dopo avere scritto e intervistato tante volte in carriera Gianfranco Jannuzzo, confesso che oggi parlare e descrivere il suo operato professionale mi mette un po' in confusione nel riconoscerlo come il grande attore, quale egli è, o piuttosto come il fotografo autore di due libri ricchi di immagini e di successo come “Gente mia” e “Italia amore mio”. Poi, a mente fredda, penso che sia giusto sintetizzare la sua lunga e luminosa carriera con un semplice: “Gianfranco Jannuzzo, tra Teatro e Fotografia per raccontare lo spettacolo di Fata Morgana e l’Italia che ci sta tanto a cuore”. Così dice Jannuzzo di lui: “A me piaceva tantissimo la fotografia, ma dovetti decidere se fare il fotografo oppure fare l’attore. Poi la scuola di recitazione di Gigi Proietti…….”. Una storia già saputa e sempre piacevole da riascoltare. Ma adesso veniamo a raccontare la fresca novità teatrale di “Fata Morgana”, un’idea nata dallo stesso Gianfranco Jannuzzo e Angelo Callipo, un binomio di garanzia di arte da palcoscenico di gran classe.
Protagonista e regista dello spettacolo è Gianfranco Jannuzzo, il quale è capace di incantare il pubblico con la sua verve e il suo innato talento istrionico, in un viaggio – quello di Fata Morgana – che è accompagnato da quattro musicisti in scena, e cioè, Chiara Buzzurro alla chitarra, Nicola Grizzaffi al piano e alle tastiere, Angelo Palmieri all’oboe e Alessio La China al violoncello. Dunque, una messa in scena curiosa, dove la fiaba di Fata Morgana viene narrata come un viaggio tra miraggio, illusione e speranza, alternando brani comici a riflessioni profonde, offrendo uno spettacolo che va oltre il semplice intrattenimento. E c’è un intreccio di racconti che si intersecano perfettamente tra aneddoti personali e riflessioni sull’umanità. E’ la complessità dell’animo umano, che la regia dello spettacolo intende mettere come focus nell’esplorazione delle maschere che indossiamo e le verità nascoste dietro le finzioni quotidiane.
E in tutto questo c’è un messaggio di pirandelliana memoria. Stessa la sicilianità, stesso il viaggio nel mondo delle apparenze senza essere, stesso l’umano sentire nella complessità di esprimere il percorso della nostra interiorità. Finzioni del quotidiano che ci coinvolgono e toccano le nostre coscienze. E poi c’è anche lo spettacolo che diventa una grande occasione di leggerezza per ridere, rilassarsi, ma anche per riflettere e commuoversi, così come uno svelare la magia del teatro nel senso più ampio del suo significato.
D’altra parte, questo è ciò che negli anni abbiamo ammirato di più di Gianfranco Jannuzzo - attore eclettico - capace di farci ridere e commuovere. E’ la grande scuola di Gigi Proietti, quella che va oltre il tempo.
Salvino Cavallaro, giornalista

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