di Flavio Lappo, disegno a matita
Mobbing deriva dal verbo inglese to mob che vuol dire assalire,
aggredire, assediare e venne usato inizialmente nel 1992 (fonte Zingarelli) ,
nell’ambito dell’ etologia. Il mobbing è un comportamento aggressivo e
vessatorio nell’ambiente di lavoro nei confronti sia di dipendenti che di
colleghi al fine di screditarli, isolarli, dequalificarli. Si distinguono due
tipi di mobbing, “orizzontale”, che avviene tra colleghi di grado più o meno
uguale e “verticale”, detto anche
“bossing”, che viene agito dai propri superiori. In entrambe le situazioni, lo
scopo finale è spesso quello di isolare
e costringere la vittima all’autolicenziamento.
Il mobbing può assumere varie forme, si va
dall’attaccare direttamente la propria vittima alla diffusione anonima di
notizie false e tendenziose che mirano a screditarla. Le aggressioni possono
essere sia fisiche che psicologiche, ma in ogni caso deleterie. Anche le
molestie sessuali rientrano in questo ambito poiché spesso queste vengono agite
da certi datori di lavoro con la promessa di avanzamenti di carriera, di
svolgere mansioni migliori o semplicemente di avere qualche piccolo vantaggio
rispetto agli altri dipendenti. Spesso le richieste sessuali sono omologabili a
vere e proprie forme di ricatto, in quanto il non aderirvi significa rendersi
la vita difficile. Questo genere di
atteggiamenti fa sì che le
persone prese di mira accusino dei malesseri sia nella sfera fisica che
psichica.
Il modo migliore per ovviare gli effetti del
mobbing è quello di prevenirlo in quanto una volta instauratosi è più difficile
riuscire ad arginare e a debellare i suoi effetti.
Alla
base del mobbing c’è la vigliaccheria: la vittima è sempre una persona
fisicamente e/o psicologicamente più debole del suo aggressore il quale è
spesso un individuo che, forte della sua posizione gerarchica all’interno
dell’azienda, ne approfitta per trarne vantaggi a discapito di altre persone.
Però non tutte le potenziali vittime diventano vittime, c’è quindi qualche
elemento predisponente che fa optare l’aggressore per l’una o per l’altra.
Come abbiamo detto all’inizio, il termine
mobbing è stato introdotto per primo in etologia, ed è proprio dal regno degli
animali che voglio trarre un esempio. Un branco di gazzelle è composto da tanti
individui che potenzialmente possono essere tutte vittime del ghepardo, eppure
solo una lo diventerà. Perché? Alcuni diranno, per esempio, che il ghepardo ne
può catturare una sola, ma allora replico, perché proprio quella? Ebbene i
motivi sono diversi, ma uno sopratutti è che “quella gazzella” è la gazzella
che ha maggiori probabilità di essere uccisa. Analizziamo un po’ le
caratteristiche della gazzella predestinata:
1) La posizione all’interno del branco è
importante in quanto più è isolata dagli altri e più è facile raggiungerla; difficilmente il felino sceglie
la sua vittima fra quelle maggiormente all’interno del branco, sceglie sempre
quelle un po’ distaccate.
2) Possibili handicap come malattie,
gravidanza, vecchiaia, essere cuccioli, in pratica tutto ciò che rende, anche momentaneamente, più vulnerabili.
Ricordiamo che uno dei momenti più favorevoli alle aggressioni anche per i capi
più forti, è proprio quello dell’abbeveraggio. Anche abbeverarsi si può
rivelare un pericoloso handicap , anche se momentaneo.
3) La presenza di altri predatori o
animali più forti non amici. Ossia la presenza di qualcuno che può costituire
pericolo per l’aggressore.
Nella vita sociale degli umani, il pericolo
maggiore viene dal suo simile, homo
homini lupus, bisognerà quindi fare anche altre considerazioni di ordine
antropologico-sociale; per il momento, in linea generale le caratteristiche
individuate per la gazzella, possono essere adattate molto bene anche a quelle
delle vittime del mobbing.
E’
necessario quindi non essere mai isolati dal resto dell’ufficio, evitare quindi
postazioni isolate e cercare, nel limite del possibile, di avere sempre
qualcuno vicino, un testimone è pur sempre un testimone. Ricordarsi sempre che
l’handicap può essere anche solo momentaneo. Avere un debito può già
rappresentare una situazione che predispone al mobbing mentre avere, non
necessariamente nell’ambiente di lavoro, una persona amica influente è un buon
deterrente nei confronti del mobbing.
L’aggressore si comporta un po’ come il
predatore, sceglie le sue vittime con cura perché non ama fallimenti.
L’aggressore uomo ha dalla sua parte il ”vantaggio” di essere “uomo”, il
predatore più pericoloso che esista, perché oltre ad una intelligenza più
efficace, aggredisce anche per il solo gusto di fare del male o di farsi bello
di fronte agli altri
Abbiamo
quindi visto che il potenziale aggressore non aggredisce mai se la certezza di
vincere non è molto alta, di conseguenza dobbiamo, per non essere vittime del
mobbing, avviare procedure che mantengano alto il margine di sconfitta
dell’aggressore.
Sicuramente
una forte autostima accompagnata dalla conoscenza dei propri diritti è già
sufficiente a scoraggiare un potenziale aggressore.
Come
anticipato, la posizione all’interno dell’ambito lavorativo riveste un ruolo di
notevole importanza, ma per posizione non dobbiamo intendere solamente quella
relativa al luogo, bensì, più ampiamente, a tutto ciò che può ricondurre
all’accezione di “posizione”, ossia,
finanziaria, politica, sessuale,
sociale, culturale.
Cosa
vuol dire ciò? Vuol dire che oltre alla posizione “topica”, occorre anche
prendere in considerazione quella “allargata”, in quanto ogni elemento relativo
allo status può favorire o meno l’instaurarsi di una situazione di mobbing.
Fare
attenzione anche a ciò che può provocare invidia e gelosia in quanto anch’esse
possono essere causa di mobbing nella forma della calunnia.
Quanto
segue prenderà in considerazione le posizioni in cui la diversità è data dalle
singole condotte del soggetto.
1) Finanziaria. Non fare debiti se non si
è più che sicuri di onorarli; il bisogno di denaro conduce a compromessi e ad una perdita di autostima che predispone
a diventare vittima del mobbing. Quindi se proprio dovesse accadere di navigare
in cattive acque evitare di confidarsi con i colleghi di lavoro, a volte il
pericolo si nasconde dove meno ce lo aspettiamo. E’ bene che gli altri pensino che non abbiamo
problemi di nessun genere, tantomeno finanziari.
2) Politica. “Il voto è segreto” Un motivo
per cui questa massima è stata coniata è dovuta al fatto che la nostra
ideologia politica, a volte, può essere usata contro di noi. A meno di non
essere degli attivisti politici, è sempre bene mantenere segreto il simbolo sul
quale apponiamo la nostra preferenza.
3) Sessuale. La nostra vita privata
proprio perché privata, non deve essere di dominio pubblico, tantomeno
dell’ambiente in cui lavoriamo. Se poi le nostre preferenze e abitudini
sessuali si discostano dalla norma, allora è d’obbligo che esse rimangano
assolutamente sconosciute a tutti i colleghi di lavoro. Certe leggerezze in
questo campo possono venire pagate a caro prezzo e diventare causa di ricatti e
di abusi. In questi casi la regola numero uno è sempre quella della massima discrezione; quello che facciamo
al di fuori dell’ambito lavorativo non deve importare a nessun altro al di
fuori di noi.
4) Sociale.
A volte si può essere oggetto di maltrattamenti ingiustificati anche
per il fatto che, non potendoci licenziare, fanno in modo che siamo noi stessi
ad andarcene. Anche in questo caso, la conoscenza dei nostri diritti può molto
aiutarci ad evitare soprusi ed angherie; comunicare le violazioni agli Uffici
del Lavoro preposti a questo genere di comportamenti spesso è sufficiente a
scoraggiare atteggiamenti di mobbing.
5) Culturale. Nonostante si dica che
siamo in pieno periodo di tolleranza
religiosa, in realtà non è proprio così. Le differenze religiose, nonostante
gli attuali sforzi della Chiesa Cattolica volti alla pacifica convivenza dei
vari Credi, sono sempre la causa prima di dissidi fra i popoli. Consiglio
quindi ai professanti Credi diversi da quello maggioritario, di astenersi, nei
luoghi di lavoro, da pratiche religiose che possano dare adito a critiche e
diventare così causa di mobbing.
Un
‘altra causa del mobbing è dovuta alle diversità che possono assumere le forme
più svariate ed investire ogni aspetto della persona.
In
quanto alle differenze razziali ve ne sono alcune che per la loro evidenza non
possono essere celate, di conseguenza il comportamento migliore da adottare per
evitare persecuzioni, è ancora quello di tenersi sempre bene informati sui
propri diritti ed inoltre è sempre conveniente riuscire a diventare amici di
qualcuno che abbia una certa voce in capitolo nell’ambito lavorativo.
Se le
condizioni nell’ambiente di lavoro dovessero poi diventare veramente
insostenibili, si può, avendo cura di raccogliere il maggior numero di prove,
intraprendere un’azione legale. Non commettere però l’errore, una volta vinta
la causa, di rimanere in quel posto di lavoro: le conseguenze potrebbero essere
insostenibili. In questi casi la cosa migliore da fare è quella di consultare
un legale del lavoro (ve ne sono anche di gratuiti) e valutare la strategia
migliore da adottare.
Max Bonfanti, filosofo analista