acquarello di Daniela Lorusso
Posso
dire che fin dalla nascita la mia esistenza è stata accompagnata
dagli amici cani, sempre trovatelli o presi nei più disparati
canili. Cani di ogni razza o per meglio dire di più razze, solo una
volta al canile municipale di Milano ne ho trovato uno di razza, un
Riesenschnauzer di due anni che pesava cinquanta chili, un cane buono
come il pane che mi ha accompagnato per poco più di dieci anni, ma
ora vorrei parlare di un altro animale, di un gatto. Un
giorno verso la metà degli anni settanta un gattino di pochi mesi,
un soriano, cominciò a venirmi dietro per strada e nonostante non
avessi una gran pratica con questi meravigliosi felini, vista la sua
insistenza nel seguirmi, lo tenni con me per oltre tredici anni: era
un amore di gatto e ancor oggi, ripensando a lui, non riesco a
trattenere le lacrime. Lo chiamai Micio, un nome che subito gli
piacque, dopo un po’ iniziai ad abituarmi a lui che in verità si
comportava quasi come un cane, mi faceva le feste quando rincasavo e
si faceva capire quando voleva qualcosa come fanno i cani e poiché
all’epoca abitavo all’ultimo piano lasciavo che uscisse sul
terrazzo e andasse a scorrazzare per i tetti tanto che un giorno
conobbe la gattina di una signora con la quale diventammo amici.
Micio era molto socievole e quando mi nacque un figlio temetti che
potesse avere crisi di gelosia invece no, sopportò con grande
pazienza i giochi del piccolo senza mai avergli fatto un graffio.
Potrei stare qui a scrivere per ore ma quello che voglio sottolineare
e solo di amare gli animali, cani, gatti o altro che siano perché
sono gli esseri più puri e genuini. Max Bonfanti, filosofo analista (marzo 2025 @tuti i diritti riservati)
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