mercoledì 5 marzo 2025

Micio

 

acquarello di Daniela Lorusso


Posso dire che fin dalla nascita la mia esistenza è stata accompagnata dagli amici cani, sempre trovatelli o presi nei più disparati canili. Cani di ogni razza o per meglio dire di più razze, solo una volta al canile municipale di Milano ne ho trovato uno di razza, un Riesenschnauzer di due anni che pesava cinquanta chili, un cane buono come il pane che mi ha accompagnato per poco più di dieci anni, ma ora vorrei parlare di un altro animale, di un gatto. Un giorno verso la metà degli anni settanta un gattino di pochi mesi, un soriano, cominciò a venirmi dietro per strada e nonostante non avessi una gran pratica con questi meravigliosi felini, vista la sua insistenza nel seguirmi, lo tenni con me per oltre tredici anni: era un amore di gatto e ancor oggi, ripensando a lui, non riesco a trattenere le lacrime. Lo chiamai Micio, un nome che subito gli piacque, dopo un po’ iniziai ad abituarmi a lui che in verità si comportava quasi come un cane, mi faceva le feste quando rincasavo e si faceva capire quando voleva qualcosa come fanno i cani e poiché all’epoca abitavo all’ultimo piano lasciavo che uscisse sul terrazzo e andasse a scorrazzare per i tetti tanto che un giorno conobbe la gattina di una signora con la quale diventammo amici. Micio era molto socievole e quando mi nacque un figlio temetti che potesse avere crisi di gelosia invece no, sopportò con grande pazienza i giochi del piccolo senza mai avergli fatto un graffio. Potrei stare qui a scrivere per ore ma quello che voglio sottolineare e solo di amare gli animali, cani, gatti o altro che siano perché sono gli esseri più puri e genuini. 

Max Bonfanti, filosofo analista (marzo 2025 @tuti i diritti riservati)

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